Vittoria Bussi dopo i suoi record da indipendente: “Chiedete scusa agli italiani, ai giovani e alle donne”

Vittoria Bussi dice la sua contro un sistema sportivo troppo chiuso in cui grandi media e istituzioni non danno spazi e opportunità. Dopo aver centrato per due volte il record dell’ora da outsider, bissando quello dei giorni scorsi con un altrettanto prezioso record sui 4 chilometri, la primatista scrive un post infuocato per rivendicare il suo risultato e lo spazio che questi avrebbe meritato, anche fuori dall’ambito del nostro mondo. Capace di issarsi in cima al mondo senza grandi mezzi, autofinanziandosi e con una campagna di crowdfunding, la 38enne romana, che oltre al ciclismo ha saputo eccellere anche negli studi, ha dimostrato che un’altra strada è possibile e sente giustamente di avere un forte messaggio da trasmettere.

A tutti i giornalisti che mi stanno chiedendo scusa in questi giorni perché la mia impresa ‘non ha avuto il permesso ad avere più spazio’, perché il pezzo è stato tagliato a 9 righe anzichè 15, perché il Giro vi sta assorbendo tutte le energie e il vostro tempo. O altre cazzate simili.

Ebbene, chiedete scusa agli Italiani, non a me. È a loro che state privando la gioia di avere tutti e 4 i record a casa, sia di ora che di inseguimento, sia maschile che femminile. Anche se di velodromi in Italia ce n’è uno solo.
Chiedete scusa ai tanti giovani atleti che hanno paura di non riuscire a far grandi cose perché non hanno una squadra dietro. Le grandi cose si possono fare comunque. O ai lavoratori in qualsiasi ambito. Le grandi cose si fanno anche da soli, o quasi.
Chiedete scusa a chi pensa di non aver abbastanza denaro per poter organizzare un grande evento. Si può organizzare, senza diretta televisiva magari, ma ce la si fa.
Chiedete scusa agli adolescenti che devono scegliere tra sport e istruzione perché la società ancora dice questo. Si possono fare entrambe le cose. E bene.
Chiedete scusa alle donne, perché proprio non ce lo meritiamo. perché proprio non ha senso. Sa di Medioevo e inciviltà. E se vi racconto che avevo il ciclo nel 2023 quando ho battuto i 50km, non vergognatevi ma scrivetelo perché è proprio grazie al ciclo che diamo la vita.
Io non l’ho mai fatto per visibilità, quindi non chiedetemi proprio scusa. Anzi, magari leggete la mia storia prima di farmi le domande.

 

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